martedì 18 agosto 2009
Le armi del futuro? A base di pepe e peperoncino
Conosciamo perfettamente le qualità culinarie di spezie come il peperoncino e il pepe. Quello che però non si conosce altrettanto bene è che questi prodotti vegetali potrebbero tornare molto utili anche in campo militare e nei sistemi antifurto. In India, per esempio, nello stato di Assam, si sta lavorando per sviluppare le prime bombe a base di peperoncino. Le vuole il ministero della Difesa: “Il nostro scopo è quello di sfruttare le qualità piccanti dei peperoncini e costruirci bombe a mano da lanciare per sedare rivolte e insurrezioni – racconta all’Asian Times Online R.B. Srivastava, rappresentante dell’area di ricerca del dipartimento della Difesa. L’azione delle bombe al peperoncino non è dissimile da quella esplicata dai gas lacrimogeni. Anche in questo caso, infatti, lo scopo non è quello di uccidere ma indebolire l’avversario, per renderlo inoffensivo ed eventualmente catturarlo senza correre rischi. Questo tipo di bombe provocano una potente lacrimazione e nei casi più gravi degli stati di semi incoscienza. Il potere delle bombe al peperoncino è dato dalla capsaicina, sostanza chimica che stimola le terminazioni nervose cutanee, provocando sensazioni di forte bruciore. La capsaicina viene utilizzata anche come analgesico, soprattutto nella cura dei dolori reumatici e muscolari (e nella lotta alle calvizie). I primi test stanno avvenendo su una varietà di peperoncino molto particolare, il bhut jolokia, 100mila volte più potente di quella tradizionalmente usata nelle cucine italiane. Il grado “ustionante” di un peperoncino si calcola con la scala Scoville Heat Units (SHUs): se un piatto non piccante misura dunque 0 SHUs e un normale peperoncino 5mila SHUs, il bhut jolokia arriva invece a 1.001.304 SHUs. Sempre in ambito militare il peperoncino potrebbe tornare molto utile anche come alimento, destinato ai soldati impiegati in aree geografiche caratterizzate da un clima particolarmente rigido. Le sostanze in esse contenute svolgono infatti un’azione “rubefacente”, stimolano cioè la circolazione sanguigna, incrementando la temperatura corporea, e quindi mantenendo maggiormente caldo l’organismo. I soldati non dovrebbero far altro che masticare e deglutire dei pezzetti di peperoncino in modo da contrastare pericoli legati a fenomeni come l’assideramento. In Sudafrica, invece, si stanno compiendo esperimenti con il pepe. Lo scopo, in questo caso, è quello di tenere a debita distanza ladri specializzati nello scasso dei bancomat. Il fenomeno è incrementato notevolmente negli ultimi anni. Le stime parlano di almeno 500 azioni criminose di questo tipo avvenute recentemente. Ai primi prototipi di bancomat antiscasso a base di pepe stanno dunque lavorando i tecnici della Absa Bank. I test sono già avvenuti con successo presso gli sportelli per il prelevamento di contanti di 11 filiali della banca sudafricana e ora l’intenzione è quella di allargare la proposta ad altri centri bancari. Gli spray al pepe entrano in azione ogni volta che telecamere e appositi sensori mettono in evidenza dei comportamenti sospetti. Spray al pepe (e al peperoncino), infine, sono già in commercio come prodotti per l’autodifesa personale, in particolare per la difesa contro gli stupri: chiunque può acquistarli (purché maggiorenne), senza porto d’armi. Si tratta di prodotti in grado di provocare nell’aggressore uno stato di cecità provvisoria e problemi respiratori. La concentrazione di capsaicina, però, non deve superare il 10%. Il loro effetto dura da mezz’ora a un’ora. Negli ultimi tempi, a causa dei numerosi stupri avvenuti soprattutto nelle grandi città, c’è stato un boom di vendite di spray antiaggressione. Questi prodotti vengono utilizzati anche da chi ha frequentemente a che fare con animali potenzialmente pericolosi. In Usa, per esempio, presso il parco nazionale del Yosemite, la maggior parte dei visitatori è munita di spray al pepe per proteggersi dagli orsi. L’unica controindicazione di queste armi personali riguarda il fatto che possono facilmente essere utilizzate anche da malintenzionati per compiere azioni criminose.
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