Stabilizzare le cariche elettriche in un modello atomico di Thompson (fisico dei primi del Novecento), basandosi sul fatto che ci sono particelle atomiche che si attraggono e altre che si respingono, tramite complicati calcoli fisici e matematici. È con problemi di questo tipo, e altri probabilmente molto più complessi - per la maggior parte di noi incomprensibili o quasi - che dovranno vedersela da oggi fino al 19 luglio quasi quattrocento giovani dai 16 ai 20 anni, in occasione della 23esima edizione delle Olimpiadi della Fisica. I partecipanti, provenienti da 86 Paesi diversi, si incontreranno a Merida, in Messico, e si sfideranno, appunto, a suon di esercizi e rompicapo. «Scopo dell’iniziativa» ha spiegato ieri a Milano Giuliana Cavaggioni, responsabile nazionale dell’AIF (Associazione per l’insegnamento della fisica) «è innovare i metodi di insegnamento di questa materia e soprattutto offrire una motivazione agli studenti più interessati valorizzando le eccellenze».
I finanziamenti alla scuola
Eccellenze che poi, almeno per quanto riguarda l’Italia, quasi sicuramente si trasferiranno all’estero, perché da noi non troveranno un adeguato posto di lavoro: «In realtà, se si continuano a tagliare i finanziamenti alla scuola e all’università» aggiunge Paola Campadelli, preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Milano «fra poco non saremo più in grado di formare studenti davvero capaci, apprezzati all’estero, ma necessari anche in Italia». Fra i Paesi più temuti per la competizione c’è la Cina, dove i ragazzi delle superiori si preparano con grande impegno a questo tipo di appuntamenti. In Europa, invece, sono di solito i francesi a spuntarla. Più simili all’Italia sono il Giappone e la Corea. Saranno, dunque, cinque i giovanissimi italiani - selezionati fra oltre 50mila studenti delle superiori - che prenderanno parte alle Olimpiadi della Fisica. Si sono incontrati più volte durante le selezioni per partecipare alla superfinale messicana, e ormai sono diventati ottimi amici. Questi i loro nomi: Giuliano Chiriacò, Paolo Comaschi, Matteo Ippoliti, Stefano Rulli e Vittorio Sala.
I “magnifici” 5
Giuliano Chiriacò è il più piccolo dei cinque. Ha appena finito il quarto anno di superiori presso il liceo “Banzi Bazoli” di Lecce. «Le Olimpiadi della Fisica sono un buon motivo per avvicinare i giovani a questa materia che ormai seguono in pochi» dice Giuliano. «Perché mi piace la fisica? Perché con essa è possibile scoprire tutti i misteri dell’Universo e le meraviglie della natura». Paolo Comaschi ha 19 anni e ha da poco concluso gli esami di maturità al liceo “Cassini” di Genova. «Sono sempre stato appassionato di fisica» racconta «e per arrivare fin qui ho dovuto superare varie prove a livello locale, regionale e nazionale, comunque ne è valsa la pena. L’anno prossimo vorrei continuare a studiare fisica frequentando la facoltà di Pisa». Matteo Ippoliti è un altro 19enne e viene da Belluno, dove ha studiato al liceo scientifico “Galilei”. Anche lui ha in mente di frequentare i corsi universitari a Pisa: «Sono appassionato soprattutto di fisica teorica dove ho ottenuto i risultati più interessanti durante le selezioni nazionali» spiega Matteo. «Con le Olimpiadi spero di riuscire a ottenere un buon piazzamento anche per ciò che riguarda la fisica sperimentale». Vittorio Sala abita invece a Casatenovo, ha 18 anni, e si sta diplomando al liceo “Frisi” di Monza. «Il mio amore per la fisica lo devo in parte a un professore che ho avuto la fortuna di incontrare al liceo, e che ha saputo introdurmi a questa affascinante materia con grande abilità» commenta il ragazzo. «In realtà mi piacciono anche altre materie come la filosofia (della scienza) e le scienze della Terra. Per il futuro sono ancora indeciso: mi affascina la facoltà di fisica, ma anche lo studio delle nanotecnologie». L’ultimo dei cinque - 17enne come Giuliano - è Stefano Rulli del liceo “Fermi” di Bologna. «Non è solo la fisica ad appassionarmi, ma gran parte delle materie scientifiche, matematica compresa» dice Stefano. «La fisica, peraltro, si basa proprio sulla matematica e da essa, quindi, non si può prescindere. Fra le altre mie passioni ci sono lo sport, la musica e il cinema. L’anno prossimo frequenterò l’ultimo anno del liceo, poi deciderò il da farsi».
Nessuna ragazza
Dunque, fra i cinque partecipanti alle finali delle Olimpiadi del Messico, non ci sarà nemmeno una ragazza. Come è possibile? Credere che le ragazze siano meno preparate dei maschi nelle materie scientifiche è solo un luogo comune. Secondo uno studio condotto in Italia l’anno scorso, però, il vero motivo risiede nel fatto che le ragazze - durante le prove di fisica - ottengono di solito molti punteggi medi, a differenza dei maschi che invece ottengono punteggi più variabili, non solo medi, ma anche eccezionalmente alti o bassi. «Lo stesso fenomeno si riscontra in tutti i Paesi che partecipano alle Olimpiadi» conclude Cavaggioni «probabilmente in questa fascia d’età le ragazze sono meno portate alla competizione».
(Pubblicato su Libero l'11 luglio 09)
(Per info: http://www.aif.it/)
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