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Oltretutto, imparando la musica, si controllano meglio le emozioni. Lutz Jancke, psicologo dell’Università di Zurigo, dice che «imparare uno strumento porta a un incremento del QI intellettivo di bambini e adulti». Riguardo agli over 65, di solito poco propensi a cimentarsi in nuove attività, è emerso che basta suonare uno strumento per un’ora alla settimana per 4 o 5 mesi per modificare, in meglio, l’“architettura” del cervello. Coinvolte in questo cambiamento anche aree legate al coordinamento degli arti, spesso deficitarie in chi è più in là con gli anni. «Per quanto riguarda invece i bambini» continua Jancke «si è visto che chi si dedica allo studio del pianoforte è più disciplinato ed è in grado di organizzarsi e di concentrarsi meglio degli altri». In sostanza, precisa lo studioso, i piccoli che suonano qualche strumento, a lungo andare, diventano più brillanti e più svegli dei coetanei attratti da altre occupazioni. Ma l’importanza di imparare a suonare uno strumento non finisce qui. Lo studio svizzero ha messo in evidenza che questa attività facilita addirittura l’apprendimento delle lingue straniere, e il senso di empatia verso chi ci circonda: «Tutto parte dal presupposto che studiando accordi e tonalità diviene più semplice tenere a mente frasi e parole e quindi lingue straniere» spiega lo scienziato d’oltralpe. «Inoltre i piccoli che imparano a suonare uno strumento, riescono, ascoltando semplicemente il tono di voce di una persona, a inquadrarne lo stato d’animo e a intuirne, quindi, esigenze e pensieri». Risultati analoghi a quelli di Jancke sono stati ottenuti recentemente anche da Glenn Schnellenberg, psicologo dell’Università di Toronto. In questo caso lo scienziato ha sottoposto a una serie di test 144 bambini di 6 anni, suddividendoli in quattro gruppi. Alla fine si è visto che il QI migliorava soprattutto nel gruppo di bambini che aveva studiato musica. A questo punto secondo gli studiosi è necessario andare avanti con la ricerca per capire come e quando la musica può essere utilizzata anche in campo medico. Il passo successivo, quindi, sarà quello di affiancare lo studio di uno strumento musicale nelle terapie per la riabilitazione neurologica - legata, per esempio, a persone che hanno subìto ictus - o nella lotta all’Alzheimer.
(Pubblicato su Libero il 29 ottobre 09)
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