Coppie che
scoppiano e altre che durano l'intera vita. Dipende da numerosi fattori, non
ultima la capacità di reggere i ritmi frenetici della società odierna, che
spesso minano la stabilità fisica e mentale necessaria al consolidamento di una
felice vita a due. Oggi, dunque, per capire meglio quanto funziona il nostro
rapporto possiamo soffermarci su vari aspetti della comunicazione non verbale,
ma anche sul modo in cui trascorriamo la notte; facendo riferimento, in
particolare, alla posizione che assumiamo rispetto al nostro partner. Sono le
conclusioni di uno studio pubblicato nel corso del Festival della Scienza di
Edimburgo. Gli scienziati ritengono che ci siano varie "possibilità"
di affrontare il sonno di fianco al nostro coniuge e che ognuna di esse è in
grado di darci delle indicazioni sulla nostra salute affettiva. Regola
primaria, toccarsi. Se ci si sfiora, si viene a contatto l'uno con l'altro
significa che va tutto bene; il rapporto invece risente di incomprensioni o
difficoltà se la coppia mantiene le distanze, anticipando idealmente la
"separazione dei letti". Se la distanza minima è inferiore ai 2,5
centimetri si è ancora in un range accettabile; oltre i 75 centimetri la
situazione è decisamente compromessa. 1100 persone coinvolte nel test hanno
consentito agli psicologi di stabilire che il 42% delle coppie dorme schiena
contro schiena, il 31% guardando nella stessa direzione e solo il 4%
guardandosi vicendevolmente. Nel 34% dei casi ci si addormenta abbracciandosi o
toccandosi, nel 12% mantenendo una distanza minima, nel 2% stando in pratica ai
bordi del letto. Qual è la posizione migliore?
Se ci si vuole bene e il
rapporto funziona ci si abbandona a Morfeo toccandosi, ma anche in questo caso
ci sono delle differenze. Chi dorme a cucchiaio, volgendo lo sguardo nella
stessa direzione del partner, risulta leggermente meno soddisfatto della coppia
che si corica guardandosi in faccia e in più sfiorandosi. Analogamente - fra
chi non viene a contatto con il partner - è più felice chi è rivolto nella stessa
direzione di moglie o marito. Le differenze in realtà sono minime. Chi si tocca
raggiunge gradi di soddisfazione pari al 90-91%; chi non si tocca scende al
74-76%. Nelle coppie in cui viene mantenuta una distanza netta la percentuale
precipita al 55%. Al di là dell'aspetto relazionale, la posizione assunta nel
sonno è anche in grado di suggerire il tipo di carattere di una persona. In
generale, chi dorme assumendo una posizione fetale dimostra ansia e indecisione,
al contrario della durezza che spesso lascia trapelare; rannicchiarsi lo
tranquillizza, meglio ancora se il partner osserva la stessa posizione. Dormire
"a tronco", formando con il corpo una specie di linea retta,
significa essere testardi e predisposti al comando; alla mattina questi
individui sono anche quelli che soffrono di più di problemi alla schiena dovuti
all'irrigidimento muscolare. Si può dormire a pancia in giù, assumendo una
posizione peculiare detta anche a "caduta libera" (se si tengono le
braccia allargate come un paio d'ali). In questo caso la psicologia suggerisce
figure che tendono a preoccuparsi e che a fatica riescono a gestire gli impegni
di tutti i giorni; caratterialmente possono essere molto estroversi, ma
l'ipersensibilità spesso li frena, compromettendogli anche i rapporti. Infine
c'è la "posizione del soldato" assunta da chi dorme a pancia in su,
con le braccia tese lungo il corpo. E' la posizione più rara, coinvolgente non
più dell'8% delle persone. Indica soggetti che prediligono la calma e la
tranquillità, odiano le luci della ribalta e amano starsene nel loro brodo,
spesso soffrendo di disturbi del sonno, roncopatia e apnee notturne.
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