C'erano una
volta i floppy disc che sembravano una rivoluzione: in un "foglietto"
di plastica ci stavano un mucchio di dati che potevano essere trasferiti da un
computer all'altro. Sono durati poco. Si è infatti passati ai cd, alle
chiavette, e alle "nuvolette" online. Ma non tutto ciò che è passato
è destinato all'oblio; perché, come insegnano tanti rimedi della nonna, spesso
quel che ha aiutato a vivere meglio le passate generazioni torna di moda e miracolosamente
restituisce all'uomo strategie impensate per affrontare con successo
determinati compiti. Si torna, dunque, a parlare dei floppy disc perché
quest'oggetto ritenuto obsoleto, all'insaputa di (quasi) tutti, è assolutamente
indispensabile per l'utilizzo di strumenti bellici di ultima generazione:
potentissimi missili via terra. Il riferimento è ai 450 missili
intercontinentali americani (icbm) che riposano sottoterra pronti a volare nel
caso in cui dovesse scoppiare una nuova guerra nucleare. Trasportano ordigni
nucleari e sono in grado di raggiungere notevoli altezze.
Gli Atlas
americani furono i primi. Siamo negli anni Sessanta. Gli scienziati che li
hanno progettati sono reduci dal secondo conflitto mondiale; in prima linea ci
sono figure come John von Neumann, fra i più grandi matematici di tutti i
tempi. Da allora sono passati molti anni, ma al di là dei cambiamenti relativi
soprattutto all'utilizzo dei combustibili (liquidi o solidi), quel che riguarda
le informazioni necessarie a trasmettere i dati necessari all'avvio e al decollo
dei razzi sono rimaste inalterate; e sono appunto conservate in autentici
reperti dell'archeologia hitech: i floppy disc. E peraltro non si sta parlando
di quelli di recente generazione, che chi ha più di vent'anni dovrebbe avere
maneggiato almeno una volta, ma di quelli del passato, risalenti al 1967;
floppy disc a otto pollici, forgiati dall'Ibm. Sono oggetti in grado di
contenere 237 kilobyte, contro gli otto gigabyte da cui partono le chiavette
usb tradizionali. La notizia è stata diramata in seguito al rapporto del
Governnment Accountability Office (Gao), che affronta il Pentagono sostenendo
che non ha senso spendere 61 miliardi di dollari all'anno per preservare
tecnologie "preistoriche".Ma il quartier
generale della Difesa americana si spiega dicendo che ancora oggi i missili
balistici, ma anche alcuni bombardieri, basano le loro azioni sul funzionamento
di computer risalenti agli anni Settanta; che leggono solo i floppy disc
dell'epoca. Stando alle ultime dichiarazioni del Pentagono, l'impiego di questo
"originale" sistema tecnologico proseguirà fino alla fine del 2017.
L'anno successivo dovrebbero andare in pensione. Meno chiaro il destino dei pc
collaudati quando al governo c'era Richard Nixon e si era in piena Guerra
fredda. Per ora stanno al loro posto, per il museo c'è ancora tempo. Ma non è
esclusa una strategia silente a opera della Difesa americana. Non va, infatti, trascurato
che paradossalmente questi strumenti sono anche i più difficili da violare: gli
hacker di oggi non saprebbero dove mettere le mani e dunque non c'è rischio di
contaminazione o di fuga di informazioni. Ce ne sarebbe per una spy-story.
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