Mancano poche settimane all'inaugurazione del grattacielo più alto del mondo, il Burj Dubai. La cerimonia avverrà nel cuore della metropoli omonima, negli Emirati Arabi, lungo la Sheikh Zayed road. Il nuovo grattacielo - che sarà visibile a occhio nudo anche da 90 chilometri di distanza - tocca gli 818 metri. Il suo record, però, verrà riconosciuto solo dopo il battesimo ufficiale della costruzione. Parola dei tecnici del Council on Tall Buildings and Urban Habitat ('Consiglio per gli edifici alti e l'habitat urbano'). Attualmente, quindi, l'edificio più alto del pianeta rimane il Taipei 101 (Taipei), con i suoi 508 metri di altezza. Per muoversi lungo il grattacielo più alto del mondo - in tutto 160 piani - sono stati approntati super ascensori che viaggiano a 65 chilometri all'ora. È previsto anche il via vai di una navetta verticale che, da terra,'vola' fino al 125esimo piano. Il Barj Dubai - progettato da Owings e Merrill Skidmore (gli stessi delle famose Sears Tower di Chicago) - è costato 4,1 miliardi di dollari; 20miliardi di dollari se si considera anche l'area urbana adiacente costruita in contemporanea. I prezzi al metro quadrato sono a dir poco imbarazzanti: 43mila dollari al metro quadrato per gli uffici, e 37mila dollari per i residence Armani all'interno della struttura. Ma la corsa al grattacielo più alto della Terra non finisce qui. Ci sono anche altri avveniristici progetti che - nei prossimi anni - potrebbero addirittura polverizzare il record del Burj Dubai. Il Burj Mubarak al-Kabir, per esempio, detto 'il gigante alato', raggiungerà in Kuwait i 1001 metri di altezza, e sarà dotato di profili alari verticali larghi 1-2 metri che verranno inclinati in base al vento. La Murjan Tower (Torre del corallo) a Manama, Bahrain, invece, potrebbe raggiungere i 1022 metri di altezza, per un totale di 200 piani: a questo progetto sta lavorando la ditta danese Henning Larsen. Infine c'è già chi parla di strutture alte fino a 1.400 metri. E in Italia? Il record è del milanese Pirellone - nuova sede della Regione Lombardia - alto 161 metri. A Milano, però, per Expo 2015, sono previsti altri due nuovi progetti che rivoluzioneranno gli orizzonti meneghini e annulleranno il record di altezza ottenuto dal Pirellone: Citylife e Porta Nuova. Citylife, progetto del 2006, riqualificherà la vecchia zona della Fiera. Nel 2014 in questa zona sorgeranno, infatti, molti edifici nuovi fra cui tre grattacieli alti rispettivamente 220, 190 e 170 metri (il Dritto, lo Storto, il Curvo). Per il progetto di Porta Nuova, invece, previsto per il 2012 nella zona compresa fra la stazione Centrale e la stazione di Porta Garibaldi, verranno edificati una decina di moderni 'skyscraper' di altezza compresa fra i 94 e i 160 metri. Il video girato l'anno scorso nel cantiere del Burj Dubai:










Passare troppo tempo in macchina fa male alla salute. Lo dice un’equipe di studiosi inglesi che ha coniato una nuova malattia: "Traffic stress disorder". Le vittime? Uomini e donne che – soprattutto per questioni lavorative – sono costretti ogni giorno a guidare anche per più di due ore e a buttare via del tempo prezioso per cercare parcheggio. Lo studio - commissionato dalla Direct Line, compagnia di assicurazioni scozzese - ha coinvolto quasi duemila automobilisti, contattati tramite mail. Secondo gli esperti la Traffic stress sindrome (Tss) è un vero disturbo psichiatrico. All’inizio possono esserci aumento del battito cardiaco (nel 20% dei casi), cefalea (19%), sudorazione delle mani (12%). Dopodichè subentrano disturbi più debilitanti come nausea, confusione e crampi allo stomaco (9%). A lungo andare la sindrome predispone a problemi più seri comprendenti aumento del livello di aggressività, ansia, depressione, disturbi sessuali. La ricerca dice che la Tss coinvolge un automobilista britannico su tre. In Italia, secondo l’Istat, riguarda addirittura il 50% dei pendolari che si affidano alla propria auto per andare al lavoro. Soluzioni? Poche. Fra queste quella di introdurre lo psicologo nelle scuole guida per preparare i futuri automobilisti ai rischi della Tss.









Solo un terzo degli uomini si lava le mani dopo aver fatto pipì. Molto più alta invece la percentuale delle donne, circa il 70%. Sono i risultati di uno studio condotto da esperti della London School of Hygiene & Tropical Medicine, tramite una serie di strumenti elettronici posti nei bagni pubblici. Altre percentuali, invece, parlano di circa 3,2 milioni di batteri per 2,5 centimetri quadrati presenti sull'asse del wc e 6.267 batteri per 2,5 centimetri quadrati che bivaccano felicemente sulla maniglia del gabinetto. Ma il dato più significativo è senz'altro quello riguardante il fatto che sulle mani del 28% delle persone è riscontrabile la presenza di batteri fecali. Secondo gli esperti non sono numeri da sottovalutare, perché questi germi possono veicolare molte malattie, da banali influenze a patologie più serie come la toxoplasmosi, e l'epatite A. Gli scienziati hanno visto che è, in ogni caso, possibile influenzare il comportamento di chi si reca alla toilette con semplici messaggi posti sui prodotti igienici del tipo "il sapone uccide i microbi". Fanno poi sapere che non tutti i detergenti sono validi allo stesso modo. I migliori sono quelli privi di sostanze alcaline con ph 5,5; bocciate invece le tradizionali saponette, spesso terreno di coltura ideale per i germi. Quando si esce dal bagno il consiglio degli igienisti è dunque quello di strofinare le mani per 30 secondi (mentre la maggior parte di noi le strofina dai 7 ai 10 secondi), con acqua tiepida, tenendole rivolte verso il basso per evitare che i germi raggiungano i polsi. L'importanza di lavarsi periodicamente le mani è, del resto, provata anche da numerosi altri studi. Per esempio si è visto che, educando i bimbi degli asili a compiere questa azione igienica, si riduce l'incidenza delle malattie respiratorie del 14% in Canada, del 12% in Australia e del 32% in America. In generale è emerso che indurre i più piccoli a lavarsi le mani almeno 5 volte al giorno riduce le visite pediatriche per infezioni polmonari e delle alte vie respiratorie del 45%. In Paesi sottosviluppati come il Pakistan porta, invece, a un decremento del 50% dell'incidenza della polmonite e della gastroenterite. L'Unicef rende, infine, noto che sono 1,5 milioni i bambini sotto i cinque anni che vengono uccisi dalla diarrea. Eppure basterebbe insegnare loro a lavarsi le mani dopo aver usato i servizi igienici e prima di toccare gli alimenti per ridurre del 40% la percentuale di persone colpite da questa malattia. In ultima analisi è giusto sottolineare l'importanza di lavarsi le mani - specialmente in momenti critici come questi in cui imperversa il problema della febbre suina - tuttavia non bisogna farne un'ossessione. Ci sono individui che, anche senza reali necessità, compiono ripetutamente quest'azione; non per una questione igienica, ma per scaricare l'ansia. In questi casi si parla di disturbo ossessivo-compulsivo e il medico di riferimento è lo psichiatra.











