Videochiamare amici e parenti che vivono al di là dell'oceano o,
comunque, in un paese lontano è già realtà. Ma fra pochi anni questo servizio
potrebbe diventare obsoleto ed essere soppiantato da un progetto tutto italiano
che promette di rendere la comunicazione ancora più reale. Come? Offrendo la
possibilità di interagire in modo naturale, come se due interlocutori - posti,
per esempio, agli antipodi del pianeta - si trovassero, di fatto, a pochi
centimetri di distanza. Non è fantascienza ma la proposta di un team di
scienziati comprendenti esperti del Cnr e della società privata Quintetto.
Insieme, con l'appoggio della Regione Val d'Aosta, hanno già approntato il prototipo
del servizio di "telepresenza olografica"; il termine deriva da
"ologramma", figura con effetto tridimensionale ottenuta per la prima
volta nel 1947 dal fisico ungherese, Dennis Gabor. «Con questa proposta
vorremmo far conoscere agli italiani un nuovo modo di interagire con persone
lontane», spiega Elisabetta Baldanzi, dell'Istituto nazionale di ottica Ino del
Cnr; «un servizio pensato per aziende e ragioni sociali che attraverso la
telepresenza olografica potrebbero incrementare e migliorare le loro relazioni,
ma che un domani potrebbe anche divenire una realtà in ambito famigliare». I
comuni cittadini dovranno, infatti, aspettare un po’ prima di poter
telecomunicare in 3d, il tempo per migliorare le caratteristiche del prototipo,
e renderle fruibili anche in spazi limitati. Le aziende, invece, i comuni, ma
anche strutture come le Asl o le banche, possono fin da ora beneficiare
dell'avveniristico servizio. Gli scienziati italiani hanno
"riprogrammato" un sistema hitech che in parte viene già utilizzato,
per esempio in ambito artistico e nel settore entertainment. Non a caso si
parla di "teatro olografico" per definire la tecnica attraverso la
quale è possibile assistere a uno spettacolo in tre dimensioni grazie
all'utilizzo dei raggi laser. Si è lavorato anche sui costi, elaborando un
sistema di assemblaggio che, tenendo conto di singoli aspetti legati ai diversi
materiali e prodotti a disposizione, ha consentito di risparmiare dal punto di
vista economico. Con la telepresenza olografica si avrà, dunque, l'impressione
di muoversi in una realtà virtuale. «In effetti, abbiamo lavorato per indurre
una persona a interagire con una figura in 3d che si trova davanti agli occhi,
anche se nella realtà è posta a chilometri di distanza», continua Baldanzi,
«benché non sia strettamente riconducibile al mondo simulato». Il vero scopo,
infatti, è stato quello di dare vita a un servizio che potesse abbattere le
barriere tecnologiche, rendendo più facile per chiunque la telecomunicazione.
«Già oggi possiamo telecomunicare», dice Maria Grazia Franciullo, membro del
team dell'azienda Quintetto, «ma siamo limitati dal monitor di un computer che
dobbiamo sempre avere di fronte agli occhi. Con la telepresenza olografica
tutto ciò non sarà più necessario e basteranno poche istruzioni per poter
parlare con una persona in "carne ed ossa", pur se distante
chilometri». Tempi e costi sono già sulla carta. Si entra ora nella fase finale
del progetto, che vedrà gli ingegneri elaborare i primi strumenti hitech per la
fine dell'anno. I costi potranno variare in base agli "optional".
«Prezzo base, ventimila euro», conclude Franciullo, «cifra che potrà aumentare
in base ai vari servizi aggiuntivi, per esempio il sistema di riconoscimento
per una banca o altri sistemi integrati che potranno facilitare la
comunicazione fra le filiali».
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