martedì 10 giugno 2014

Le videochiamate del futuro


Videochiamare amici e parenti che vivono al di là dell'oceano o, comunque, in un paese lontano è già realtà. Ma fra pochi anni questo servizio potrebbe diventare obsoleto ed essere soppiantato da un progetto tutto italiano che promette di rendere la comunicazione ancora più reale. Come? Offrendo la possibilità di interagire in modo naturale, come se due interlocutori - posti, per esempio, agli antipodi del pianeta - si trovassero, di fatto, a pochi centimetri di distanza. Non è fantascienza ma la proposta di un team di scienziati comprendenti esperti del Cnr e della società privata Quintetto. Insieme, con l'appoggio della Regione Val d'Aosta, hanno già approntato il prototipo del servizio di "telepresenza olografica"; il termine deriva da "ologramma", figura con effetto tridimensionale ottenuta per la prima volta nel 1947 dal fisico ungherese, Dennis Gabor. «Con questa proposta vorremmo far conoscere agli italiani un nuovo modo di interagire con persone lontane», spiega Elisabetta Baldanzi, dell'Istituto nazionale di ottica Ino del Cnr; «un servizio pensato per aziende e ragioni sociali che attraverso la telepresenza olografica potrebbero incrementare e migliorare le loro relazioni, ma che un domani potrebbe anche divenire una realtà in ambito famigliare». I comuni cittadini dovranno, infatti, aspettare un po’ prima di poter telecomunicare in 3d, il tempo per migliorare le caratteristiche del prototipo, e renderle fruibili anche in spazi limitati. Le aziende, invece, i comuni, ma anche strutture come le Asl o le banche, possono fin da ora beneficiare dell'avveniristico servizio. Gli scienziati italiani hanno "riprogrammato" un sistema hitech che in parte viene già utilizzato, per esempio in ambito artistico e nel settore entertainment. Non a caso si parla di "teatro olografico" per definire la tecnica attraverso la quale è possibile assistere a uno spettacolo in tre dimensioni grazie all'utilizzo dei raggi laser. Si è lavorato anche sui costi, elaborando un sistema di assemblaggio che, tenendo conto di singoli aspetti legati ai diversi materiali e prodotti a disposizione, ha consentito di risparmiare dal punto di vista economico. Con la telepresenza olografica si avrà, dunque, l'impressione di muoversi in una realtà virtuale. «In effetti, abbiamo lavorato per indurre una persona a interagire con una figura in 3d che si trova davanti agli occhi, anche se nella realtà è posta a chilometri di distanza», continua Baldanzi, «benché non sia strettamente riconducibile al mondo simulato». Il vero scopo, infatti, è stato quello di dare vita a un servizio che potesse abbattere le barriere tecnologiche, rendendo più facile per chiunque la telecomunicazione. «Già oggi possiamo telecomunicare», dice Maria Grazia Franciullo, membro del team dell'azienda Quintetto, «ma siamo limitati dal monitor di un computer che dobbiamo sempre avere di fronte agli occhi. Con la telepresenza olografica tutto ciò non sarà più necessario e basteranno poche istruzioni per poter parlare con una persona in "carne ed ossa", pur se distante chilometri». Tempi e costi sono già sulla carta. Si entra ora nella fase finale del progetto, che vedrà gli ingegneri elaborare i primi strumenti hitech per la fine dell'anno. I costi potranno variare in base agli "optional". «Prezzo base, ventimila euro», conclude Franciullo, «cifra che potrà aumentare in base ai vari servizi aggiuntivi, per esempio il sistema di riconoscimento per una banca o altri sistemi integrati che potranno facilitare la comunicazione fra le filiali». 

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