martedì 27 aprile 2010
Aerei "a carbone". Il futuro dell'aeronautica americana
Gli Usa dispongono di moltissimi giacimenti di carbone, ma hanno poco petrolio. Ogni anno, però, l’aeronautica militare statunitense consuma qualcosa come 10miliardi di oro nero, per una spesa complessiva di 4,5miliardi di dollari: in particolare le linee aree commerciali giornalmente bruciano 200milioni di litri di petrolio, il 30 percento delle risorse totali di una compagnia aerea. Per questo motivo è necessario trovare un sistema per far volare gli aerei a “carbone” e non a “petrolio”. Come? Con una benzina sintetica, ottenibile dal gas naturale. Parola dei tecnici del Pentagono. Un processo analogo consentirebbe, peraltro, di arrivare allo stesso risultato utilizzando il carbone. 100ore di test a terra, e recentemente 2ore di volo nei cieli del deserto americano del Mojave, fanno ben sperare gli scienziati. Gli esperti hanno utilizzato un vecchio bombardiere B-52, che ha funzionato alla perfezione, come un qualunque aereo alimentato da carburante tradizionale. Entro breve gli americani sperimenteranno, dunque, la benzina sintetica anche su moderni aerei militari. La benzina sintetica non è una novità: il metodo per trasformare carbone o gas naturali in carburante era stato elaborato già da studiosi tedeschi prima della Seconda guerra mondiale. Tuttavia il progetto torna di moda solo oggi. In particolare gli Usa hanno intendono rimpiazzare entro il 2025 il 75percento delle importazioni americane di petrolio dal Medio Oriente con altre fonti di energia.
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