Non a caso la
pagina Facebook "Avere nostalgia di epoche mai vissute" conta 274mila
iscritti e un lungometraggio come "The Artist", un film muto analogo
a quelli girati nei primi anni del Novecento, ha ottenuto un grande successo in
tutto il mondo. La nostalgia, dal greco "dolore del ritorno",
contrariamente a quanto l'etimologia lasci intendere, fa stare bene. Ora arriva
anche la conferma scientifica, da un team di studiosi dell'Università di
Southampton: «La nostalgia aumenta l'autostima e migliora l'ottimismo», dice
Tim Wildschut, coautore della ricerca. Gli esperti sono giunti a questi
risultati attraverso due test. Nel primo veniva chiesto ad alcune persone di
scrivere qualcosa di "nostalgico"; ad altre, di riportare un commento
su un fatto qualunque. Risultato: le persone del primo gruppo componevano
scritti in cui le parole ottimistiche erano maggiori rispetto a quelle del
secondo. La controprova è arrivata dalla musica, dall'ascolto di brani più o
meno nostalgici. Solo quelli in grado di rievocare il passato erano capaci
davvero di sollevare l'umore. Lo studio pubblicato su Personality and Social
Psychology Bulletin trova ulteriore conferma in una ricerca condotta in Cina,
presso la Sun Yat-Sen University; dove è emerso che la nostalgia è un'ottima
arma per vincere l'isolamento e la solitudine. Mali tipici dei nostri tempi, di
cui soffrono soprattutto gli anziani. Anche per essi, dunque, l'attitudine a
rievocare i "tempi andati", non può fare che bene alla salute. Vari
test hanno peraltro provato un miglioramento cognitivo nelle persone più in là
con gli anni, spinte a ricordare. "Il ricordo nostalgico" attiva aree
del cervello altrimenti latenti, coinvolgendo distretti cerebrali chiave come
l'amigdala e il talamo. Nelle coppie anziane aiuta a esorcizzare la morte, e a
rinsaldare la relazione. Cosa ricordare del passato? Non è importante il tema,
ma la volontà di dedicarsi a un pensiero che rimandi a un periodo della nostra
storia personale. Può essere perfino il ricordo di un ex amante, assicurano gli
studiosi inglesi. La nostalgia fa forza sul fatto che il tempo cancella le
sfumature negative di un evento, e conserva solo quelle positive. La parafrasi
di un recente film di Woody Allen, "Midnight in Paris", nel quale, alla
fine, ci si rende conto che ogni altra epoca è migliore di quella in corso per
il semplice motivo che il ricordo mantiene legami solo con le cose belle. Non
si spiegherebbe altrimenti il fascino provato per periodi come, per esempio,
l'Ottocento inglese, decantato per le dolci atmosfere alla Dickens e i romanzi
delle sorelle Bronte, dove in realtà l'età media era di 41 anni, l'incurabile
tubercolosi all'ordine del giorno e le fogne scorrevano a cielo aperto
provocando frequenti e tragiche ondate epidemiche. Eppure c'è chi pensa che la
nostalgia debba essere presa con le pinze, dando ragione ai mercenari e ai
soldati del Settecento - i primi a soffermarsi sulla sua esistenza - che la
imputavano a una forma strana di malinconia da cacciare al più presto. E ad
Albano e Romina che cantavano "Nostalgia Canaglia" nel 1987,
riferendosi a "quel nodo alla gola che ti prende quando rievochi strade,
amici e bar". Di questo avviso sono anche gli scienziati dell'American Academy
of Pediatrics, secondo i quali questo sentimento potrebbe tarpare le ali di un
giovane, impedendogli di vivere tante esperienze e nei limiti imposti dalla
coscienza, di rischiare quel tanto in più per raggiungere anche gli obiettivi che
appaiono più irraggiungibili.
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