Chi l’avrebbe mai detto che un giorno saremmo addirittura
riusciti a dare un valore economico al sesso, all’amore, e ai sentimenti.
Nell’impresa ci sono riusciti due economisti inglesi, David Blanchflower e
Andrei Oswald: il primo è docente di economia presso l’università di Warwick in
Gran Bretagna, il secondo lavora al Darsmuth College, in Usa. Insieme hanno
scritto diversi saggi riguardanti alcuni lavori relativi all’andamento dei
salari nei paesi anglosassoni, ma soprattutto hanno tentato di quantificare in
termini monetari un po’ tutte le esperienza della vita, comprese appunto quelle
concernenti le esperienze sessuali e sentimentali delle persone. Hanno stimato
che aumentare per esempio la frequenza dei rapporti sessuali da una a quattro
volte al mese, dà la stessa felicità di trovarsi 50 mila dollari in più nella
busta paga. Mentre un matrimonio lungo e sereno garantisce 100mila dollari
l’anno di felicità. Da ciò si evince che un single per essere soddisfatto come
una persona felicemente sposata, dovrebbe ricevere 100mila dollari ogni dodici mesi.
Blanchflower e Oswald hanno stabilito il valore economico di ogni emozione
valutando i livelli di felicità di 16mila persone coinvolte in una serie di
test effettuati dall’inizio degli anni Novanta al 2003. Hanno in pratica
applicato delle leggi economiche composte da formule matematiche e variabili
numeriche ai valori “sentimentali” delle persone intervistate, riuscendo per la
prima volta a mettere verosimilmente in relazione il mondo razionale dei numeri
all’irrazionalità del pensiero e delle ragioni del cuore. Si è quindi giunti a
comprendere che chi fa sesso è più felice e soprattutto economicamente più
ricco di chi ne fa a meno, e che in particolare chi vive un buon matrimonio è
molto più benestante di chi guadagna maggiore denaro ma ha una vita
sentimentale burrascosa. Nello studio sono stati coinvolti anche gli
omosessuali e anche in questo caso è emerso che il prezzo di un'unione felice
corrisponde né più né meno che a 45mila euro in più sul conto corrente. Con
questo studio inglese si ha finalmente la prova matematica che non è il denaro
a fare la felicità: in Australia in particolare l'Istituto della Felicità ha
fatto sapere che solo il 10% del benessere fisico e psichico arriva dal reddito
e da altri fattori finanziari, mentre oltre il 90% è frutto delle attitudini,
del controllo della propria vita, e delle relazioni sociali.
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