Curiosità
animali che non smettono di stupire. Come la capacità di alcuni di mimetizzarsi
e cambiare colore. Accade per esempio nelle seppie e nei polipi. Tuttavia
proprio queste creature perfettamente calibrate per giocare con i colori, non
sono in grado di distinguerli. Seppie e calamari infatti non percepiscono le
tinte cromatiche. Gli studi di recente condotti dalla National Academy Science,
dimostrano che molti molluschi possiedono solo una proteina preposta al
discernimento dei colori. Da ciò è facilmente intuibile che, rispetto per
esempio ai mammiferi, abbiano un apparato visivo molto più semplificato e
limitato. Come vedono?
Probabilmente in bianco e nero. Ma mettono a fuoco le
diverse lunghezze d'onda della luce, riuscendo comunque a sopravvivere, a
difendersi e a nutrirsi. E' una sorta di daltonismo, fenomeno tipico della
specie umana, ma evidentemente presente anche in molti animali. Molte altre
specie infatti non percepiscono i colori. Partendo dal presupposto che la
funzionalità di coni e bastoncelli, e quindi la risposta della retina alla
luce, è differente da specie a specie. E' lo stesso motivo per cui alcuni
animali, pur vedendo meno colori, sanno cavarsela benissimo durante le ore
notturne. I cani, per esempio, non vedono il rosso e il verde; ma distinguono
bene il viola, il giallo e il blu. Anche i gatti non percepiscono il rosso, ma
il blu e il verde. E gli uccelli e i rettili?
Ci sono dei rapaci con la vista
acutissima; mentre le tartarughe sono un po' più "miopi". Certo, la
gamma di colori può essere molto limitata. Ma hanno senz'altro una marcia in
più di noi: la capacità di filtrare gli ultravioletti; cosa che l'uomo può fare
solo con opportuni filtri. Dunque, più si avanza nello studio della fisiologia
oculare, più si scopre che non esiste uno standard (né una vista più valida di
un'altra), ma solo tante valide strategie per sopravvivere secondo le proprie
caratteristiche anatomiche e le relazioni con l'ambiente.
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