Da
tempo si conosce la capacità dei pipistrelli di muoversi evitando gli ostacoli
al buio, sfruttando il fenomeno dell'"ecolocalizzazione"; in pratica
il risultato dell'azione di un "sonar biologico" che in seguito alla
produzione di suoni particolari, è in grado di analizzare la risposta degli
echi prodotti dai diversi oggetti sparsi, per esempio, in una grotta; e far
capire all'animale la direzione giusta da prendere. Quel che, però, non è mai
stato chiaro è quel che accade a livello neuronale, risposta che hanno cercato
di dare gli studiosi dell'Università di Monaco in Germanica.
Gli scienziati
hanno, infatti, visto che, quando un pipistrello vola troppo vicino a un
ostacolo, il numero di neuroni "eccitati" aumenta sensibilmente,
suggerendo al chirottero che quel che ha di fronte è un oggetto più grande di
quel che è nella realtà. In questo modo è, dunque, certo di tenersi a debita
distanza da esso ed evitare una collisione che potrebbe anche essergli fatale.
Gli esperti ritengono che nel cervello dell'animale è come se si
"materializzasse" una mappa, capace di indicare al pipistrello la
strada giusta da percorrere.
«L'oggetto appare sproporzionato al chirottero»,
racconta Uwe Firzlaff, a capo dello studio, «come se fosse molto più grande
rispetto a quel che è veramente. Si sviluppa una mappa simile a quella dei
navigatori delle automobili, ma con gli oggetti presenti lungo il percorso
"amplificati"». La scoperta dà modo di comprendere da un punto di
vista fisiologico quel che accade nel cervello dei chirotteri, ma mostra anche
l'eccezionale abilità di alcune specie di adattarsi all'ambiente, escogitando
sorprendenti stratagemmi evoluzionistici.
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