La più famosa struttura megalitica
del mondo, Stonehenge, è sempre stata al centro di grandi dibattiti, relativi
soprattutto al mistero che circonda il suo utilizzo. Ancora oggi non è stato
chiarito il vero significato dell'imponente costruzione anglosassone, e alternativamente
emerge che servisse come laboratorio astronomico, luogo di sepoltura, o tempio
religioso. Da oggi, però, potremo fare maggiore luce sul complesso megalitico
partendo da una nuova interessante scoperta: sotto Stonehenge, o nelle
immediate vicinanze, ci sono almeno altri quindici monumenti che potrebbero
aiutare a comprendere meglio le caratteristiche del luogo in rapporto agli
antichi abitanti dell'Inghilterra meridionale.
Si è arrivati a questi risultati
grazie alle ricerche condotte da Vince Gaffney, archeologo dell'Università di
Birmingham, e alle conclusioni del Stonehnege Hidden Landscape Project, quattro
anni di scavi per fare luce su tutto ciò che è ancora celato nella cosiddetta
Piana di Salisbury. Gaffney parla in particolare di un antico trogolo in
prossimità di un leggero avvallamento; una specie di vasca di forma
quadrangolare, di solito realizzata per raccogliere l'acqua piovana o per
compiere azioni quotidiane come lavare indumenti e materiali da lavoro. Individuate
anche tracce di pozzi tradizionali, fossati e depressioni. Si è peraltro notato
l'allineamento di alcune costruzioni con il sorgere del sole e la capacità di
"leggere" l'alternanza di equinozi e solstizi.
Questa tesi rafforza
l'ipotesi che migliaia di anni fa l'intera Piana di Salisbury rappresentasse
una grande distesa destinata a cerimonie religiose, legata alla disposizione
degli astri e dei moti celesti. Gli scienziati si sono avvalsi di strumenti
altamente tecnologici, fra cui radar e raggi laser; con essi è stato possibile
redigere una mappa in 3D, e scandagliare come detective quella è probabilmente
la zona inglese abitata da più tempo.
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