Combattere l’Aids con nuovi farmaci e impedire la trasmissione del virus dell’Hiv dalla madre al figlio tramite l’allattamento. Sono gli obiettivi di una nuova terapia farmacologica presentata nel corso di uno studio del Shopping infection from mother – to – child via breastfeeding, coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Gli esperti hanno messo a punto due farmaci che, somministrati ai nascituri durante i primi sei mesi di vita, consentono alla madre sieropositiva di condurre l’allattamento senza il rischio di trasmettere al figlio l’Aids. I due medicinali si chiamano rispettivamente “neviparina” e “lamivudina”. Stefano Vella, ricercatore dell’Iss, ha commentato in toni entusiastici l’azione delle due nuove sostanze. Gli attuali farmaci antiretrovirali hanno infatti il potere di inibire la trasmissione perinatale dell’Hiv, ma non quella di impedire il passaggio del virus dal seno materno al bimbo appena nato. Attualmente, per combattere la malattia, ci si affida a prodotti come la “zidovudina” (AZT), somministra alla madre nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e durante il travaglio e al neonato durante le prime sei settimane di vita. Questo protocollo riduce del 70% il rischio del contagio. Ma può essere del tutto inutile se la madre allatta il proprio piccolo al seno. Intervenire con la “neviparina” e la “lamivudina” significa invece ridurre all’1% la possibilità che si sviluppi l’Aids nei piccoli appena nati. È un risultato che potrebbe avere ottime ripercussioni soprattutto nei paesi sottosviluppati, dove l’allattamento artificiale è improponibile, e non esistono strutture adeguate che facilitano le profilassi mediche. Inoltre le donne incinte sieropositive sono in costante aumento. L’anno scorso il contagio perinatale ha riguardato solo in Italia 715 casi. Le stime di neonati che nascono nel mondo ammalati di Aids variano notevolmente: in Europa la percentuale è del 12,9%, del 45 – 48% in Africa. La possibilità infine di contrarre il virus dal latte materno, in assenza di medicinali, varia dal 7 al 22%.
L’alternativa è un filtro speciale applicato al capezzolo della madre
Un semplice filtro applicato sul capezzolo della madre sieropositiva riesce a impedire la trasmissione del virus dell’Aids al figlio, durante l’allattamento. È il risultato ottenuto da Stephen Gerrard, ingegnere chimico della Cambridge University britannica. Il filtro disinfetta il latte materno usando lo stesso detergente che i biochimici utilizzano per denaturare le proteine prima di analizzarle. Il filtro, applicato sul seno, viene rivestito con un leggero tessuto imbevuto della sostanza chimica e il virus risulta così neutralizzato. Il progetto è stato voluto dall’International Design Development Summit (IDDS) degli Stati Uniti, che ha riunito ingegneri e ricercatori chiedendo loro di sviluppare dei prototipi.
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