lunedì 25 maggio 2009

Piante ogm contro le mine antiuomo

Piante geneticamente modificate contro le mine antiuomo. È la proposta di un gruppo di ricercatori dell’università di Alberta in USA, in collaborazione con vari membri dei Dipartimenti della Difesa di Canada e Stati Uniti. Gli scienziati intendono modificare l’assetto genetico di alcuni vegetali, per renderli sensibili alla presenza di materiali esplosivi nel terreno. Secondo i rapporti delle Nazioni Unite sono circa 110milioni le mine antiuomo ancora presenti nel mondo, e 15mila le persone che ogni anno rimangono uccise o mutilate. La tecnica si basa sulla capacità di batteri e di altri microrganismi di opporsi alla presenza di elementi esplosivi come il tritolo. Gli esperti intendono prelevare del materiale genetico da questi esseri viventi per “impiantarlo” in quello dei vegetali selezionati per l’esperimento. In seguito - i semi prodotti dalle piante geneticamente modificate - verrebbero distribuiti nelle aree “calde” del pianeta con l’impiego di elicotteri. Se tutto andrà come previsto le erbe e gli arbusti che cresceranno sui terreni a rischio, riusciranno poi a “comunicare” la presenza di esplosivo variando repentinamente la colorazione delle proprie foglie. Le stime attuali parlano di almeno 62 paesi nel mondo interessati dal fenomeno delle mine inesplose. Il problema, peraltro, si è accentuato negli ultimi dieci anni per via del continuo proliferare di conflitti civili. I paesi più colpiti sono Angola, Mozambico, Cambogia, Afghanistan, ex Jugoslavia, Kuwait e Guatemala. L’utilizzo di piante ogm porterebbe anche a una velocizzazione delle operazioni di sminamento. Con le tecniche attuali, infatti, per sminare completamente un paese come l’Afghanistan occorrerebbero 4.300 anni. Attualmente sono solo gli animali a dare una mano all’uomo in questo tipo di operazioni. In particolare il lavoro di individuazione delle mine è svolto egregiamente da cani e maiali addestrati a scovare gli esplosivi. In alternativa si utilizzano degli apparecchi in grado di valutare le variazioni di campo magnetico generate dalla presenza nel terreno di strutture metalliche.

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