venerdì 22 maggio 2009

Quando l'età (in campo medico) fa la differenza

Quando si è ammalati è meglio affidarsi alle cure di un medico giovane o anziano? La risposta arriva da un team di ricercatori della Harvard Medical School: contrariamente a quanto si possa immaginare, il consiglio degli studiosi statunitensi è quello di rivolgesi a specialisti giovani, meglio ancora se neolaureati. Secondo gli scienziati, i giovani, oltre ad avere una mente più fresca e più ricettiva (e quindi più rapida nei ragionamenti e nelle decisioni da prendere), sono a anche più informati e preparati dei colleghi più in là con gli anni. I dati diffusi dai ricercatori di Harvard, relativi a uno studio condotto nel 2000 dall’American Board of Internal Medicine, dicono che trovarsi nella mani di un neolaureato aumenta del 10% le chance di sopravvivenza per chi ha subito un infarto rispetto a chi, nelle medesime condizioni, viene seguito da un cardiologo anziano. Gli esperti ritengono che, in pratica, l’agilità mentale e l’aggiornamento quotidiano relativo alle ultime scoperte in ambito medico, siano ben più importanti dell’esperienza. In particolare, Niteesh Choudhry, coordinatore dell’equipe di Harvard, afferma che “la filosofia della scienza medica è cambiata negli ultimi tre decenni: da una visione del medico che si fonda primariamente sulla propria esperienza per prendere una decisione, a un nuovo modello in cui i medici si basano sempre più sulla ricerca pubblicata sulle riviste specializzate”. Mentre Steven Weinberger, del College of Physicians, e Daniel Duffy e Christine Cassel del Board aggiungono che “l’esperienza da sola non basta, ma deve essere accompagnata da uno sforzo attivo per mantenere competenza e qualità”. Gli stessi medici anziani coinvolti nella ricerca hanno infine ammesso che spesso è complicato stare al passo con i tempi.

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