mercoledì 13 maggio 2009

Occhio al sintomo

Possibile che il nostro corpo possa informarci di una malattia che abbiamo in corso molto prima che venga diagnosticata? Secondo Jim Campbell, tossicologo inglese di Derby, la risposta è sì. Lo studioso ne è convinto dal 2002, quando la moglie Elsie, allora cinquantenne, all’improvviso si mise a mangiare – apparentemente senza motivo – grandi quantità di lattuga, fino a 5 porzioni al giorno. Dopo qualche mese la donna notò una piccola depressione sul seno sinistro, il primo segno tangibile di un tumore che si stava sviluppando. In seguito la donna è stata operata e oggi sta abbastanza bene. Nel frattempo Campbell ha compreso il misterioso legame fra la smodata fame di insalata della moglie e la neoplasia: la lattuga contiene una sostanza chimica chiamata sulforafane che ha il potere di rallentare la progressione del tumore al seno; in pratica il desiderio di Elsie di mangiare continuamente insalata non era che la spia di un qualcosa che non andava nel suo corpo. Dopo questa esperienza Jim Campbell ha quindi iniziato a raccogliere dati su altri segnali particolari in grado di anticipare l’esordio di una malattia, fortunatamente non sempre così grave. Ne ha collezionati più di cento e raccolti nel libro “The Body Language Of Health”. Dal testo di Campbell emergono aspetti della fisiologia umana del tutto sconosciuti. Ecco qualche esempio. Chi mangia le unghie potrebbe essere carente di particolari minerali come calcio, sodio, zinco, in abbondanza nelle ossa. Probabilmente ne assume pochi attraverso la normale alimentazione e li va quindi a cercare – inconsciamente - nelle unghie. Chi si siede e incrocia le gambe potrebbe soffrire di pressione bassa. Il corpo induce, quindi, queste persone a stringere le gambe così da far scorrere il sangue più velocemente verso il cervello, ossigenando prima i tessuti. Vari studi hanno dimostrato che il semplice gesto di sollevare una gamba per posarla sull’altra fa salire la pressione del sangue del 4%. Quando notiamo il colorito giallo in una persona si è soliti associarlo a una cattiva funzionalità del fegato o del pancreas. In realtà può anche essere dovuto a ipotiroidismo, ossia cattivo funzionamento della tiroide. In questi casi la nota ghiandola produce poca tiroxina, ormone responsabile della conversione del carotene in retinolo; in caso di ipotiroidismo, quindi, il carotene si accumula in eccesso colorando la pelle e avvertendoci che la nostra salute sta vacillando. L’epistassi nasale o il sanguinamento gengivale possono essere la spia di una carenza di protrombina o vitamina C. Entrambi sono fondamentali per la riparazione dei danni ai vasi sanguigni e sono scarsi soprattutto in chi mangia poco e male (per esempio gli anziani). Lo stropicciamento continuo degli occhi indica che nei bambini indica stanchezza, negli adulti può significare stress. Lo si fa irrazionalmente perché in questo modo si stimolano i muscoli oculari, direttamente collegati al nervo vago che interagisce con il battito cardiaco rallentandolo, e diminuendo la fatica. Il tremore alle mani o ai piedi non sempre ha serie cause neurologiche. Riguarda una buona percentuale di over 40 e può essere semplicemente il richiamo del corpo a una carenza di vitamina B1 e magnesio. A questo proposito, uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha dimostrato che l’esaurimento del magnesio negli alcolisti è causa di grave tremore. Con l’ipersudorazione il nostro organismo potrebbe invece comunicare che ci stiamo ammalando di diabete di tipo 2 o che siamo carenti di cromo. La sudorazione eccessiva viene registrata soprattutto lungo le braccia, dove si originano facilmente vampate di calore dovute a repentini mutamenti del livello di zuccheri nel sangue. Il cromo invece è importante perché stabilizza l’insulina a livello circolatorio. Infine si può citare l’esempio relativo alle persone che sono solite strofinarsi continuamente la punta del naso. Secondo Campbell questo è il chiaro segno di un’allergia in corso. Il naso è la struttura anatomica che per prima si interpone fra noi e l’ambiente, dunque è anche la prima a entrare in causa nel momento in cui qualcosa non va. Il vizio di sfregarsi l’organo del senso dell’olfatto può permanere anche quando si è guariti dalla malattia.

(Pubblicato su Libero il 13 maggio 09)

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