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ALESSANDRA GRAZIOTTIN: "E' come una maternità naturale ma il Dna è di un'altra donna"
Fecondazione assistita mediante ovodonazione. Questa la tecnica medica attraverso la quale Elizabeth Adeney, inglese di 66 anni, è rimasta incinta e diventerà (fra un mese) la più anziana neomamma d’Inghilterra. Il procedimento – testato per la prima volta nel 1983 - viene di solito attuato in donne di età inferiore ai 50 anni. In certi paesi però, come in Ucraina (ma anche in India dove qualche mese fa è diventata mamma una signora di 70 anni), il desiderio di maternità viene esaudito indipendentemente dall’età, e quindi la fecondazione assistita mediante ovodonazione può riguardare perfino over 60 e 70. In Italia e in Germania questo procedimento non è attuabile in nessun caso, ma in altri paesi – soprattutto dell’est – non ci sono vincoli legislatori. “Da un punto di vista fisiologico, di solito, la donna entra in menopausa intorno ai cinquant’anni – spiega a Libero Alessandra Graziottin, direttrice del Centro ginecologia del San Raffaele di Milano -. Ma ci sono anche circostanze particolari dove la menopausa sopraggiunge prima dei 40 anni. Ciò può essere dovuto a rari fattori biologici o più frequentemente a cure particolarmente pesanti”. Con il cosiddetto “esaurimento ovarico” la donna perde la capacità di rimanere incinta. E qui entra in gioco la possibilità di sottoporsi a fecondazione assistita mediante ovodonazione. “L’aspirante mamma – continua Graziottin - dopo aver affrontato un trattamento ormonale necessario a ridare vita ai tessuti legati al concepimento, può ricevere gli ovociti da una giovane donna, possibilmente fra i 20 e 25 anni. Questi ovuli vengono fecondati in vitro con lo sperma del marito, dopodichè l’embrione (spesso più di uno) formato viene innestato nell’utero materno”. Il futuro bambino possiederà quindi il corredo genetico del padre ma non quello della madre, benché quest’ultima si sia preso carico di portarlo in grembo per nove mesi e dargli la luce. In ogni caso il legame affettivo fra i due sarà molto forte, praticamente quanto quello che lega una madre al figlio naturale. Con la fecondazione assistita mediante ovodonazione possono insorgere, però, problemi etici non indifferenti, soprattutto in casi come questo, in cui si ha a che fare con future mamme ormai prossime alla terza età: “Non va dimenticato infatti il diritto di un bimbo di avere una mamma giovane e prestante – conclude Graziottin -. Davanti a casi come quello di Elizabeth c’è innanzitutto da pensare al futuro di un figlio che rischia seriamente di rimanere orfano prima del tempo”. Inoltre – per una madre troppo in là con gli anni - possono subentrare più facilmente complicazioni quali l’ipertensione e il diabete gestazionale.
(Pubblicato su Libero il 17 maggio 09)
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