domenica 7 giugno 2009

A caccia di antibiotici nelle profondità del New Messico

Pare un’idea bizzarra eppure è proprio da iniziative come questa che domani potremmo curare meglio i nostri malanni. Il riferimento è a una studiosa dell’università del New Mexico che ha deciso di andare a lavorare a 350 metri sotto terra, in una grotta, dove si hanno le condizioni ideali per allevare batteri, microbi e altri organismi analoghi. Lo scopo: ricavare importanti informazioni su nuovi medicinali e innovativi antibiotici, capaci di combattere anche il germe più resistente. Questi microrganismi non sono facili da “coltivare” nei tradizionali laboratori scientifici, perché non sussistono le condizioni ottimali per la loro crescita: una giusta esposizione a calore, umidità e substrati particolarmente ricchi di determinati nutrimenti. Dunque, Diana Northup (nella foto), ha scelto di andare di persona in un luogo dove molti microbi possono svilupparsi senza problemi, appunto in una caverna. La scienziata è all’opera in una buia e umida grotta del New Mexico, dove ha trasportato varie colonie di bacilli, incapaci di crescere negli sterili ambienti di un edificio universitario. In particolare la dottoressa sta conducendo i suoi test con i Bacillus bacteria, microbi in grado di ossidare ferro e manganese; con l’Alcaligenes, batterio che ossida i metalli e potrebbe essere impiegato nello smaltimento dei rifiuti; e l’Actinomycetes, microrganismo potenzialmente capace di produrre fino a 4mila antibiotici; da questo ultimo, peraltro, sono già stati isolati il 60-70% degli antibiotici attualmente in commercio. Secondo la studiosa questo studio aiuterà anche a formulare nuove ipotesi sulla vita marziana.

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