sabato 13 giugno 2009

L'ALTRA FACCIA DEL PROIBITO

Il primo a parlarne fu il poeta pagano Ovidio nel 43 a.C. il quale affermava che “l’uomo tende inesorabilmente verso ciò che è proibito e desidera soprattutto quello che gli è negato. Perché ciò che è lecito non dà piacere, mentre quello che è proibito infiamma”. Il riferimento è all’innato piacere dell’uomo di andare contro le istituzioni, di infrangere le regole, in poche parole di compiere ciò che ‘non si può’, ovvero ‘trasgredire’. Oggi che i limiti della morale sono molto più ampi anche la trasgressione si è spinta più in là. Alcuni coltivano la trasgressione facendo sesso in pubblico, spingendosi a sfidare la morte, sfrecciando a duecento all’ora con il semaforo rosso o, in maniera più innocua, correndo nudi in mezzo allo stadio. O ancora dedicandosi al consumo di sostanze stupefacenti e alcol, rimanendo per ore attaccati a internet alla ricerca di stimoli erotici sempre più trasgressivi, fino a scambiarsi i rispettivi partner. Il tradimento del coniuge rientra nelle forme tipiche di trasgressione ed è in assoluto il fenomeno più evidente. Le statistiche dicono che 52 donne su cento tradiscono il marito o fidanzato. Mentre per gli uomini il dato si attesta intorno al 40%. Le donne tradiscono più degli uomini perché hanno un approccio più freddo e razionale, cosa che le rende più sicure di sé e più scaltre. I dati raccolti dalla Tom Ponzi investigazioni, una delle maggiori agenzie investigative italiane, indicano che solo il 5% delle donne (contro il 37% degli uomini ) dimentica oggetti compromettenti; e appena il 9% (contro il 39% degli uomini), dopo avere avviato una relazione parallela, cambia atteggiamento emotivo con il proprio partner.

(Servizio completo pubblicato sul numero 3 di EXPLORA, anno 2)

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