sabato 20 giugno 2009

Discalculia: individuata l'area cerebrale legata al deficit cognitivo

Individuata l’area del cervello che non va d’accordo con la matematica. È il risultato di una ricerca condotta in Francia da Nicolas Molko dell’INSERM, l’Istituto di Salute e Ricerca Medica. Gli esperti hanno scoperto che chi soffre di discalculia e ha quindi difficoltà a compiere anche semplicissime operazioni di calcolo come un’addizione o una sottrazione, presenta un solco intraparietale destro meno sviluppato del normale, meno profondo e più corto degli altri. Esattamente il contrario di ciò che si è potuto verificare invece nel cervello di Albert Einstein, tra i più grandi geni matematici d’ogni tempo. La discalculia è una sindrome molto simile alla dislessia. Anziché le parole riguarda però il mondo dei numeri. Chi ne è affetto, non solo non riesce a risolvere delle banali operazioni, ma è addirittura incapace di affrontare situazioni normalissime come quella di dover per esempio consultare una tabella degli orari del bus. Secondo gli studiosi – comprendendo anche le forme lievi che rasentano la normalità - è il 6% dei bambini a soffrirne. La malattia non ha nulla a che vedere né con uno scarso quoziente intellettivo, né con un basso livello di istruzione. Può essere primaria o secondaria. La prima riguarda individui che hanno perso la “memoria dei fatti matematici”. È insormontabile in questi casi anche la difficoltà di moltiplicare 2 x 4, o 7 x 3. La seconda è invece meno grave. E si riferisce all’incapacità di non sapere incolonnare bene i numeri o di non riuscire a leggerli correttamente. In tal caso per esempio, 3500 viene letto tremila settecento o tremila cinquanta, 3400, trecento quattro o tremila quattro. Gli scienziati hanno infine evidenziato che il lobo parietale nel quale si trova il solco è predisposto all’elaborazione delle immagini spaziali. Ora la speranza è quella di riuscire a trovare un metodo efficace per dare una mano ai bambini colpiti dal deficit cerebrale.

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