martedì 2 giugno 2009

Shani ha due anni e mezzo ma è stata concepita nel 1995

Si chiama Shani, ha due anni e mezzo, ma è stata concepita 14 anni fa. È il primo caso al mondo di una persona venuta alla luce più di dieci anni dopo la data del concepimento. Il suo embrione è infatti rimasto congelato dal 1995 al 2006, anno della sua nascita. Shani, quindi, anziché essere una comune teenager inglese in piena tempesta ormonale, con la camera tappezzata di poster di popstar, e col telefonino che squilla ogni minuto, è una piccola che ha appena cominciato a giocare con le bambole. I suoi genitori sono Debbie, segretaria di 39 anni e Colin Moran-Simmonds, direttore di una azienda inglese di 44 anni. Le vicissitudini della coppia, legate alla speranza di avere un bambino, sono durate 18 anni. “Non sapevo che potesse esistere una felicità come questa – rivela Debbie -. Tenere in braccio la mia piccola, guardarla e baciarla, mi sembra un miracolo. Ogni volta che la sento chiamare ‘mamma’ è una gioia indescrivibile. Se penso che a quest’ora potrebbe avere 14 anni...”. Debbie e Colin, con la loro piccola, abitano a Great Barr, non lontano dalla città di Birmingham. Il loro incontro risale al 1987: lei ha 17 anni, lui 22. Sono molto giovani ma decidono comunque di andare a vivere insieme. Entrambi hanno un grande desiderio: formare, al più presto, una famiglia numerosa. Fin dall’inizio della loro storia provano quindi ad avere dei bambini, ma invano. Debbie allora decide di sottoporsi a una visita specialistica. L’esisto, però, è spiazzante: la ragazza ha entrambe le tube di falloppio chiuse e in queste condizioni il concepimento è assai difficile. Decide, perciò, di sottoporsi a un intervento chirurgico per liberare le tube di falloppio, ma il tentativo non va a buon fine: “Ero distrutta – dice la donna -. Qualche mia amica, nel frattempo, era diventata mamma. Ogni volta che ne vedevo una mi si contorceva lo stomaco”. Trascorre un anno, quando Debbie comincia ad accusare strani dolori allo stomaco e alla testa. Con Colin, quindi, corre in ospedale dove viene a sapere che è incinta di 13 settimane. C’è, però, un problema: la gravidanza è extrauterina e bisogna intervenire immediatamente per rimuovere il feto e salvare la vita alla mamma. L’operazione avviene senza incidenti ma i medici ribadiscono a Debbie che le sue possibilità di rimanere incinta naturalmente sono minime. C’è una sola chance: la fecondazione in vitro. Le spese vengono coperte dai famigliari della ragazza. “Al secondo tentativo con la fecondazione in vitro produco varie uova che vengono fertilizzate all’esterno. Tre, poi, vengono impiantate nel mio utero – dice Debbie. La coppia scalpita. In particolare Debbie è convinta che tutto andrà per il meglio: sta già pensando al nome da dare alla propria creatura. Dopo due settimane, però, l’ennesima batosta: nessun segno di gravidanza. “Ero a pezzi, fisicamente e psicologicamente – rivela la ragazza. Ma la coppia non demorde. E tenta di nuovo con la fecondazione in vitro, in un’altra clinica, però, dove è possibile congelare gli embrioni, nel West Midlands: la legge, infatti, dice che è possibile farlo per 10 anni, dopodichè è necessario usarli o donarli. Al primo tentativo nella nuova clinica i medici ottengono 18 embrioni: 15 li congelano e altri 3 li impiantano nella pancia di Debbie. Risultato: “Due settimane più tardi scopriamo che non sono ancora incinta”. L’esperienza si ripete poco dopo ed è quindi la fine di un sogno. I due decidono di arrendersi: potranno essere una coppia felice anche senza bambini. Lo pensano davvero, tanto che decidono di sancire definitivamente il loro amore sposandosi nel 2001. Ma nel corso dell’autunno del 2005, dalla dimenticata clinica del West Midlands, arriva una lettera: i medici vogliono sapere cosa farne dei loro embrioni che conservano in contenitori di azoto liquido. Debbie e Colin ci pensano un po’ e alla fine decidono di provarci ancora una volta, dieci anni dopo l’ultimo tentativo di avere un figlio. Partono quindi con lo stesso iter delle volte precedenti, ma in questo caso, dopo due settimane dall’impianto degli embrioni nell’utero di Debbie, il finale è esaltante: mancano pochi giorni a Natale e Debbie e Colin aspettano un bimbo. “Colin non poteva crederci, e io sono andata avanti a tremare non so per quanto tempo – dice Debbie -. Il regalo di Natale più bello che potessimo immaginare”. Shani – che in lingua swahili significa “meraviglia” - nasce a settembre del 2006. È una bella bambina, sana e robusta. E i coniugi Moran-Simmonds coronano così un sogno durato 18 anni: “Ancora oggi ci sembra incredibile quello che è successo – chiude Debbie -. Al punto che spesso ironizziamo sull’accaduto. Quando Shani ha le mani fredde diciamo che è normale perché è rimasta congelata per tanto tempo. Quando qualcuno, invece, ci chiede quanti anni ha la bambina, rispondiamo in teoria quasi 3, in pratica 14”.

BOX

Con il termine ‘fecondazione assistita’ si indicano le procedure in grado di favorire la fecondazione di una cellula uovo di una donna da parte di spermatozoi maschili nel caso in cui non sia possibile in modo naturale

Le tecniche di fecondazione assistita sono principalmente due: fecondazione assistita in vivo, e fecondazione assistita in vitro

La prima viene attuata seguendo due modalità: l’inseminazione artificiale e la cosiddetta GIFT. L’inseminazione prevede l’iniezione degli spermatozoi nelle vie genitali della donna. La GIFT, invece, avviene attraverso il trasferimento intratubarico dei gameti: si iniettano cioè, all’interno delle tube femminili sia gli spermatozoi che le cellule uovo

La fecondazione assistita in vitro si basa sul fatto che la formazione delle prime cellule embrionali non avviene all’interno della donna, ma in provetta. La principale tecnica utilizzata è la cosiddetta FIVET (fecondazione in vitro ed embrio-transfer). Si svolge in due fasi: l’incontro dei gameti in provetta ed il successivo trasferimento degli embrioni che si sono formati nell’utero


(Pubblicato su Libero il 2 giugno 09)

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