martedì 13 maggio 2008

Ambizioso, sensibile, critico: il viso dice chi sei

Secondo il portale di incontri italiano più frequentato (friendscout24) il viso è la parte anatomica più importante. Quella che, prima di ogni altra considerazione fisico-caratteriale, viene analizzata per capire se, chi abbiamo di fronte, ci piace oppure non è di nostro gradimento. Nonostante questo, guardando semplicemente in faccia qualcuno il più delle volte non siamo però in grado di trarre valide conclusioni sul suo conto. Così può capitare di non prendere in alcuna considerazione qualcosa che potrebbe invece rappresentare la nostra anima gemella e, al contrario, di rimanere affascinati da qualcuno che poi non risulterà adatto a noi. Come fare allora per non sbagliare? Un aiuto può arrivare dalla Società Italiana di Morfopsicologia con sede a Milano, attiva dal 1996. Gli esperti sottolineano che la morfopsicologia non va confusa con la fisiognomica, materia insegnata nelle università a partire dal XVI secolo e oggi considerata una dottrina pseudoscientifica: “Con la fisiognomica si analizzano parti singole di un volto, insufficienti per riuscire a tracciare in modo esauriente il temperamento di un individuo – racconta la morfopsicologa Claudia Boeri della SIM -. Al contrario con la morfopsicologia si valutano i tanti aspetti di un viso nel loro insieme. Il criminologo Lombroso è l’esempio più celebre dell’applicazione pratica della fisiognomica. Tuttavia oggi sappiamo bene quanto poco attendibili siano stati certi suoi test”. Secondo gli esperti la morfopsicologia corrisponde allo studio della psiche dalle forme del viso, partendo dal presupposto che esiste un rapporto stretto tra la forma dell’essere umano e la sua vita interiore. Da qui quindi si possono definire quattro tipologie morfopsicologiche con relative caratteristiche fisiche e psichiche. La prima è la tipologia “dilatata”. Con essa si intendono facce larghe, contraddistinte da occhi, labbra e nasi più grandi della norma. Volti del genere denotano ottimismo, estroversione, e fiducia in se stessi. La secondo tipologia è quella “contratta”. Qui il riferimento è a volti scarni, allungati, emaciati. E dunque da un punto di vista psicologico rispondono a un viso di questo tipo individui tendenzialmente introversi, nervosi, e riflessivi. Terza tipologia: quella “reagente”. In questo caso si ha a che fare con visi piccoli contraddistinti da occhi, bocca e naso larghi. Si tratta quindi di persone molto sensibili ed emotivamente eccitabili. Infine la quarta tipologia è quella “concentrata”. E il riferimento è a soggetti con il volto largo, gli occhi, le labbra e il naso piccoli. Si tratta probabilmente di persone caratterizzate da grande perseveranza e ambizione. “In realtà le cosiddette tipologie base della morfopsicologia sono otto – continua Boeri -. Ma in ogni caso per affrontare lo studio approfondito di un volto sono necessari molti altri parametri fisionomici che non siano solo quelli derivanti dalla analisi degli organi sensoriali. Innanzitutto va valutata la scatola cranica di una persona, soffermandosi su certe rotondità del capo, per poi passare alla pelle e alla muscolatura. Solo alla fine si arriva quindi a misurare le caratteristiche anatomiche di naso, bocca e occhi, che peraltro, possono rispondere a più tipologie base”. Infine - al di là della possibilità fornita ai più giovani di identificare con un colpo d’occhio l’anima gemella - con questa disciplina si possono scoprire altre interessanti verità. Il riferimento è per esempio a ultranovantenni giocherelloni che, guarda caso, presentano ancora tratti infantili come il naso all’insù o le labbra carnose.

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