martedì 13 maggio 2008

Un anno per tornare ad amare

Secondo i dati Istat riferiti al 2005 ci sono stati in Italia 82.291 separazioni e 47.036 divorzi, con un aumento rispetto a dieci anni fa del 57 percento delle separazioni e del 74 percento dei divorzi. Sono dati che parlano fin troppo chiaro: sempre più spesso le coppie scoppiano. La conseguenza di ciò? Che oggi, rispetto al passato, un numero sempre più elevato di individui si trova a iniziare una seconda vita, a darsi da fare per conquistare un nuovo partner con il quale condurre l’esistenza. In pratica il cosiddetto “chiodo scaccia chiodo” sta caratterizzando un pò tutti. Da qui molti psicologi si sono trovati davanti a un nuovo dilemma per risolvere adeguatamente i conflitti interiori dei tanti pazienti vittime di storie d’amore naufragate: quanto tempo è giusto far passare fra una storia d’amore e l’altra? È più giusto far passare qualche mese o addirittura anni, o comportarsi come ha fatto, per esempio, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il quale ha ufficializzato il suo fidanzamento con l’ex modella Carla Bruni un paio di mesi dopo la rottura con l’ex moglie Cécilia? Roberta Rossi, docente di psicopatologia del comportamento sessuale dell’università La Sapienza di Roma, dice che il tempo ideale prima di riprendere un rapporto amoroso dopo una brusca rottura sentimentale, dovrebbe essere compreso fra sei mesi e un anno. Un simile arco temporale dà modo a un cuore infranto di ricaricare le pile, riposarsi e soprattutto far chiarezza nel proprio io. Se trascorre meno tempo o viceversa, né passa troppo (2-3 anni), il rischio è quello di ammalarsi. Quando si ha difficoltà a intraprendere una nuova storia d’amore è perché si è idealizzato eccessivamente il partner con il quale si era legati. In questo caso è necessario correre ai ripari riflettendo sul fatto che, probabilmente, non si ama veramente quella persona, ma l’idea che ci si è fatti di lui, spesso (per non dire sempre), ben lontana dalla realtà. Al contrario, quando non si lascia passare abbastanza tempo fra una storia e l’altra, c’è il pericolo di ammalarsi di bulimia sessuale. Qui il rischio è quello di non essere capaci di dire no, di passare di continuo da un partner all’altro, per non restare soli, per la paura di affrontare il vuoto che ci circonda. Ma chi è maggiormente vittima del classico “chiodo schiaccia chiodo”? Secondo i ricercatori sono soprattutto gli uomini che non sanno stare senza una donna. Al contrario una donna ha una autonomia maggiore, più facilmente è in grado di ritagliarsi angoli di spazio e di tempo entro i quali riflettere e rimettersi in gioco. Di solito il maschio corre ai ripari subito dopo aver perso l’amore, mentre le esponenti del gentil sesso sanno essere più pazienti. Anche a tal proposito le statistiche sono fin troppo eloquenti. L’Istat ci dice che fra i separati nella fascia di età compresa fra i 35 e i 44 anni, un maschio su tre vive in coppia, (uno su cinque con i figli propri o della propria compagna), mentre solo 16 donne su cento hanno già individuato un nuovo partner. Le altre sono single o nel 49 percento dei casi vivono con i figli. Questa differenza di generi si fa ancora più ampia dopo i 55 anni. A questa età un separato su tre vive con un’altra donna, cosa che fanno solo 13 separate su cento. In ogni caso il desiderio di quasi tutte le persone è quello di rimanere soli il meno possibile. E le cronache rosa a questo proposito non lasciano dubbi. Basti pensare al leader di An Gianfranco Fini che ha avuto una bimba da Elisabetta Tulliani sei mesi dopo la separazione dalla moglie Daniela, o a Tom Cruise che dal 2001 al 2005 è passato da Nicole Kidman a Katie Holmes passando per Penelope Cruz.

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