mercoledì 14 maggio 2008

Tre corse alla settimana per vincere 12 anni di vita

La corsa – e in generale tutte le attività fisiche condotte regolarmente e in modo appropriato – può ritardare l’invecchiamento di dodici anni. Di questo dovrebbero tenere conto soprattutto le persone di mezza età che troppo spesso si astengono dall’attività fisica. È quanto sostiene un gruppo di scienziati dell’università di Toronto in un articolo pubblicato sul Daily Mail. Gli scienziati hanno verificato che il regolare esercizio aerobico, come per esempio una corsa leggera di trenta minuti per tre volte alla settimana, rallenta il declino biologico dell’organismo. Con riflessi positivi sui muscoli, sulla circolazione e sulla respirazione. “Nessuno è troppo vecchio per iniziare a fare attività aerobica – ammettono gli scienziati - anche se è imperativo consultare il proprio medico prima di iniziare, partire lentamente e costruire una routine di attività fisica personalizzata. Fare esercizio non è difficile - conclude Brown - basta volerlo”. Secondo lo studio le attività fisiche aerobiche come andare a correre in bicicletta, fare la cyclette o lo step, possono dunque ritardare il cosiddetto invecchiamento biologico di 12 anni e permettere alle persone di condurre uno stele di vita autonomo per molti più anni. Normalmente la forza dei muscoli degrada con gli anni, ma in chi fa sport regolarmente ciò non accade, o meglio, accade con maggiore lentezza. In pratica la forza muscolare e la buona deambulazione si mantengono più a lungo, mentre di solito già dopo i 35 anni entrambi i fattori cominciano a peggiorare. Col passare del tempo infatti l’ossigeno raggiunge i muscoli con maggiore difficoltà e di conseguenza l’organismo produce meno energia, ma in chi fa sport, il cosiddetto “potere aerobico” rimane inalterato più a lungo. Questo tipo di attività fisica, inoltre, allontana anche le malattie, come diabete, coronopatie e depressione. Però è importante svolgerla in modo corretto. La corsa, per esempio, che è uno degli sport più praticati (in Italia fanno jogging 1.166.000 persone), è basata su una serie di regole precise da seguire per trarne beneficio ed evitare conseguenze negative. Vediamo allora quali sono le caratteristiche di una corsa perfetta. La testa e il collo, durante il jogging, devono rimanere dritti in modo da distribuire uniformemente il peso del capo (in media dai 3 ai 4,5 chilogrammi) sulla colonna vertebrale. Se li pieghiamo troppo all’indietro o in avanti rischiamo di sottoporre a uno sforzo inutile le articolazioni delle vertebre cervicali. Per aiutarci in questo senso basta fissare, durante l’esercizio, un punto del terreno situato a una ventina di metri di distanza. Anche il busto è importante che sia diritto - o al limite leggermente piegato in avanti - mai all’indietro. Si corre quindi con il petto all’infuori, come se ci fosse una corda attaccata allo sterno che ci tira. Per ciò che riguarda le anche è molto importante non affidarsi esclusivamente ai muscoli di questa parte dello scheletro, vale a dire il quadricipite e i tensori della fascia lata (muscolo appiattito e allungato, situato nella parte laterale dell’osso iliaco). Meglio sarebbe usare il tendine del poplite (retro dell’articolazione del ginocchio) e i glutei. Tendere in avanti le anche migliora inoltre la spinta del ginocchio. Il piede, quando poggia per terra, deve essere perfettamente allineato con il nostro baricentro. E le dita rilassate e non contratte. Anche le spalle devono essere rilassate durante la corsa. Se sono rigide e piegate in avanti portano infatti a un dispendio inutile di energia e limitano di gran lunga i movimenti della corsa. È consigliato quindi lasciarle ruotare sull’asse dorsale, un movimento naturale che peraltro aiuta le anche a distendere le gambe. Di grande importanza per una corsa perfetta sono poi le braccia che, in base alla velocità, variano il loro movimento. In ogni caso l’ideale è che i gomiti si pieghino su se stessi a formare un angolo di 90 gradi. Relativamente alle ginocchia sono numerosi gli appassionati di jogging che pensano che sia necessario spingere il più possibile verso l’alto questa parte scheletrica. In realtà ciò va bene per chi corre a livello agonistico, mentre per chi lo fa a livello dilettantistico è controproducente, portando a uno spreco eccessivo di energia. Infine abbiamo le gambe e le caviglie. Delle prime va tenuta rilassata la parte sotto il ginocchio, quando è sollevata da terra, azione che porta a evitare di allungare troppo il passo. Analogamente le caviglie vanno tenute rilassate ogni volta che si alzano da terra, per avere poi una spinta migliore del piede.

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