mercoledì 28 maggio 2008

Carote e niente diete. La guida "salva-alito"

Colpisce in media un italiano su due. Può essere persistente o saltuaria e creare disagio nelle relazioni sociali. È l’alitosi. Un problema che non sempre, come si è soliti credere, deriva da un cattivo funzionamento degli organi digestivi (intestino, stomaco e fegato) sebbene ciò possa accadere per via di malattie come per esempio la cirrosi epatica, la gastrite o il diabete. Nella maggior parte dei casi infatti è il risultato della proliferazione batterica all’interno della bocca, fra denti, lingua e gengive. Le stime dicono che ciò si verifica in almeno il 90% dei casi di alito cattivo. Per aggirare il problema, che diventa anche una vera e propria fonte di disagio in caso di un appuntamento galante o di un colloquio di lavoro importante, è utile seguire una dieta particolare. Iniziamo dai cibi da evitare. Secondo Harold Katz, fondatore delle cliniche dell’alito della California, vanno consumati con cautela carni e formaggi. I loro residui fra denti e gengive si trasformano velocemente in sostanze gassose contenenti zolfo, il cui odore è tutt’altro che piacevole. In particolare occorre fare molta attenzione ai formaggi cremosi, che con grande facilità si attaccano al palato e alla lingua. La stessa cosa vale per alimenti come l’aglio, spesso usato per insaporire le pietanze, fra cui le famose bruschette: l’aglio delle bruschette è assorbito nella circolazione sanguigna la quale, raggiungendo i polmoni, fa sì che l’odore dell’ortaggio venga espulso con l’alito. Con le cipolle c’è lo stesso problema. E dunque, in entrambi i casi, l’alito cattivo è la conseguenza dell’alta presenza di composti solforati nei vegetali. Poi ci sono cibi che non sembrerebbero influenzare la qualità dell’alito, come per esempio lo yogurt. In realtà prodotti di questo tipo contengono molte proteine, combustibile ideale per i batteri, che proliferano in eccesso provocando l’alitosi. Poco consigliato anche il caffè che, essendo molto acido, offre il terreno ideale per la moltiplicazione batterica. Da evitare infine il digiuno. Digiunando infatti si facilita la permanenza dei microrganismi nella cavità orale, dovuta alla mancanza della masticazione, che normalmente svolge un ruolo di autodetersione dell’ambiente orale. E l’alcol? Secondo gli specialisti un bicchiere di vino non peggiora la qualità dell’alito. I superalcolici invece sono spesso causa di alito cattivo anche se assunti in modeste quantità. Quali sono allora i rimedi per combattere l’alitosi? Al di là dei cibi “neutri”, che cioè non rendono l’alito cattivo, come ad esempio riso e pasta, quali sono quelli che svolgono un’azione preventiva?Innanzitutto è indispensabile fare una buona colazione, appena svegli. Il primo pasto del giorno stimola immediatamente la produzione di saliva che, in pratica, elimina la “solfatara” orale che si è formata durante la notte; la saliva contiene un’alta percentuale di ossigeno, nemico numero uno dei batteri. Durante il giorno, invece, la dieta ideale per combattere l’alitosi si basa su ortaggi come carote, sedano, cetrioli, zucchine, alimenti con un contenuto idrico elevato, ideale per contrastare l’alito cattivo. Anche la spremuta di agrumi è molto utile.A fianco di una alimentazione di questo tipo è indispensabile inoltre provvedere all’igiene orale tramite la pulizia dei denti con lo spazzolino e il filo interdentale. Che fare, infine, per evitare l’alito pesante quando un’importante riunione o l’appuntamento a due a cui teniamo tanto capitano all’improvviso? In questi casi conviene ricorrere agli stratagemmi d’emergenza: caramelle di consistenza dura al sapore di agrumi, o gomme da masticare ricche di sali di zinco e povere in zucchero. Ottimo anche l’utilizzo di collutori agli oli essenziali.

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