Ecco perché tante volte si sono avuti in America falsi allarmi relativamente ad attacchi bioterroristici. L’aria, contrariamente a quanto si credeva, è piena di batteri. E alcuni di questi batteri sono riconducibili alle più potenti armi batteriologiche, potenzialmente causa di infezioni mortali come l’antrace e la tularemia. È quanto si evince da uno studio condotto da esperti del Dipartimento dell’energia di Berkeley: la notizia è stata diffusa sulle pagine della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Sono 1800 i batteri rinvenuti dagli statunitensi nei cieli di Austin e San Antonio, in Texas. Tra questi, appunto, anche discrete percentuali di microbi impiegati come armi batteriologiche. (In realtà quasi tutti i batteri utilizzati come armi batteriologhe sono stati individuati dagli scienziati). Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno utilizzato per 17 giorni consecutivi Phylochip, uno strumento di nuovissima generazione capace di identificare in una sola volta fino a 9mila versioni di un gene, ciascuno riconducibile a una precisa famiglia batterica. “Prima di questo studio nessuno di noi aveva idea dell’eccezionale biodiversità che contraddistingue i batteri nell’aria – ha ammesso Gary Andersen, a capo della ricerca. Due le ripercussioni della scoperta. Il Dipartimento della sicurezza nazionale potrà più facilmente distinguere i reali pericoli di allarme bioterroristico da quelli provocati semplicemente da zone atmosferiche sature di batteri. E i climatologi di tutto il mondo riusciranno meglio a comprendere la relazione tra flora batterica ed effetto serra. Si è visto, per ora, che la percentuale di batteri presenti nell’aria varia in base alla luminosità, all’umidità e ad altri parametri legati al clima. E in particolare è emerso che questi ultimi interagiscono con le polveri provenienti dal Sahara, alla base di malattie asmatiche nelle isola caraibiche. “Noi vogliamo determinare i livelli di batteri patogeni nell’aria anche per salvaguardare la salute delle persone – hanno aggiunto i ricercatori. Del resto nessuno ancora sa l’effetto che i tanti microrganismi presenti nell’aria può avere sulle persone.
(Pubblicato su Libero il 24 gennaio 07)
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