mercoledì 7 maggio 2008

C'è una formula per vivere di più

Una formula per campare almeno 11 anni in più della norma: 5+3+3=11. È il risultato di uno studio compiuto da esperti dell’università di Cambridge, i quali hanno intervistato e seguito dal 1993 a oggi più di 25mila persone dai 45 ai 79 anni. Dalla formula, in pratica, risulta che senza sigarette si campa in media 5 anni in più, e analogamente, si vive 3 anni in più della norma se si compie una discreta attività fisica e se si mangia tutti i giorni frutta e verdura. Ma gli anni di vita in più potrebbero ulteriormente aumentare seguendo altri consigli utili. Secondo Luigi Strambi, del San Raffaele di Milano, dovremmo dormire a pancia in giù e con un cuscino che tenga leggermente rialzata la testa. In questo modo evitiamo le apnee notturne, fenomeni che predispongono a difficoltà respiratorie e disturbi cardiocircolatori: si è calcolato che chi soffre di apnee notturne corre un rischio 3 volte maggiore di essere colpito da infarto o ictus. Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, sostiene che si possano guadagnare anni di vita dimezzando le calorie introdotte ogni dì. Lo scienziato cita un esperimento in cui, dei topi messi a stecchetto, campavano il 30 percento in più di altri lasciati liberi di abbuffarsi. Giovanni Scapagnini, dell’università degli studi del Molise, punta sul test del genoma. Lo scopo è quello di sapere tutto dei nostri geni e quindi di elaborare una dieta personale sulla base delle malattie alle quali siamo geneticamente predisposti. Per esempio, chi presenta dei geni legati all’insorgenza dell’Alzheimer, dovrà assumere porzioni supplementari di curcuma, spezia che contiene sostanze naturali per rafforzare la memoria. Paolo Beck-Peccoz, del Policlinico di Milano, suggerisce di fare tutti i giorni un po’ di moto, anche quando si sta facendo “dell’altro”. Esempio? Quando siamo davanti alla tv potremmo contemporaneamente far ginnastica su una cyclette. In alternativa si può pensare di fare le scale anziché prendere l’ascensore, o recarsi al lavoro a piedi. Accorgimenti di questo tipo allungano la vita dei diabetici di 7 o 8 anni. Gianluca Romani, della Fondazione università di Chieti, dice di mantenere allenato il cervello, per esempio, cercando di fare i calcoli a mente, senza l’ausilio della calcolatrice. Andrea Cossarizza, dell’università di Modena, ci spiega che il nostro corpo ha soprattutto bisogno di antiossidanti, per tenere a bada i pericolosi radicali liberi. È utile, in questo caso, mangiare una mela e bere un bicchiere di vino rosso e il gioco è fatto: gli antiossidanti naturali contenuti in questi prodotti servono a combattere virus, allergie, e addirittura i tumori. Alberto Vito, dell’Ospedale Cotugno di Napoli, è convinto che dedicarsi al volontariato possa fare altrettanto bene alla nostra potenziale longevità, così come il fatto di poter contare su una famiglia unita e serena. Secondo lo scienziato campano la vita si allunga se ci si sente utili e in particolare se si opera per il bene altrui. L’esperienza con i sieropositivi non lascia dubbi: i malati che fanno volontariato hanno un’aspettativa di vita mediamente più alta degli altri. Secondo Anna Arnoldi, dell’università di Milano, a tavola dovremmo consumare più vegetali come la soia e il lupino. Entrambi posseggono sostanze come le fibre e i famosi acidi grassi omega 3: in particolare i secondi sono fondamentali per tenere a bada l’ipertensione, male di cui soffrono milioni di italiani. Bergamini dice che, ogni in tanto, sarebbe bene lasciare allo stimolo delle fame la possibilità di avere il sopravvento. Così si finisce col mangiare meno, e il corpo si mantiene giovane più a lungo. Silvano Adami, dell’università di Verona, raccomanda di compiere ogni giorno una bella passeggiata all’aria aperta, possibilmente beneficiando dell’azione solare, che stimola la produzione di vitamina D, fondamentale per contrastare malattie come l’artrite e l’artrosi.

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