venerdì 9 maggio 2008
Lo smog fa più male a lei
Sempre più spesso si sente parlare delle importanti differenze fisiologiche tra maschi e femmine. Differenze che, per esempio, negli ultimi tempi, stanno spingendo molti centri di ricerca a individuare farmaci su misura per lei e per lui. Ora, a conferma di questa ipotesi, arriva anche uno studio americano condotto da esperti della Penn State University. Ecco il sorprendente risultato: lo smog fa molto più male alle donne che non agli uomini. Le prime in particolare presentano un sistema immunitario che risponde con più difficoltà alle sostanze nocive diffuse nell’aria, e dunque risultano più suscettibili alle patologie polmonari. L’esperimento condotto sui topi mette in luce che l’ozono, uno dei maggiori inquinanti a livello urbano, nelle donne riduce l’abilità di affrontare malattie come la polmonite. L’ozono è il principale inquinante delle città americane e più di 100 milioni di persone negli Usa vivono in zone con livelli di questa sostanza molto più alti rispetto a quelli raccomandati dall’EPA, centro che indica i livelli massimi di inquinanti tollerabili dall’uomo. In particolare il triossido di ossigeno rappresenta una molecola che ha il potere di esasperare ed aggravare i problemi respiratori. In generale, le differenze di risposta immunitaria a determinati agenti esterni, da parte dei maschi e delle femmine, sono state più volte sollevate in passato, tuttavia è questa in assoluto la prima volta in cui si dimostra che l’aria inquinata è molto più nociva per le donne che non per gli uomini. I ricercatori – che hanno presentato lo studio nel corso del recente Experimental Biology Meeting – hanno fatto ammalare di polmonite alunni topolini e poi li hanno divisi in due gruppi: uno è stato esposto ad alte dosi di ozono e uno no. Risultato: i topolini del primo gruppo sono morti prima di quelli del secondo gruppo. Poi hanno privato alcuni roditori della proteina SP-A – nota per tenere lontane le affezioni polmonari – e hanno verificato che essi erano più sensibili all’inquinamento rispetto a quelli che avevano tale proteina. Infine a parità di condizioni – stesse dosi di ozono, presenza o meno della proteina che difende i polmoni, malattia infettiva in corso – è emerso che gli animali di sesso femminili avevano un’aspettativa di vita inferiore a quelli di sesso maschile. “Lo studio serve a spiegarci che lo smog ha effetti diversi sulle donne e sugli uomini – spiega Joanna Floros, a capo dello studio -. In particolare ora sappiamo con certezza che una donna ammalata ai polmoni è molto più vulnerabile all’inquinamento di un uomo nelle stesse sue condizioni. Da qui possiamo partire per sviluppare nuove indicazioni terapeutiche”.
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