mercoledì 7 maggio 2008
Se fra gli atri del cuore passa del sangue ha origine l'emicrania
L’emicrania potrebbe dipendere dal cattivo funzionamento del cuore. Stando alle ricerche di scienziati del Kings College Hospital di Londra nel 60 percento delle persone colpite dal mal di testa sussiste una malformazione cardiaca tale per cui il sangue fluisce da un atrio all’altro (cosa che non dovrebbe accadere), provocando scompensi che si ripercuotono sulla circolazione cerebrale: da ciò, in particolare, si originerebbero microemboli che raggiungono il cervello senza venir filtrati dai polmoni - come avviene di solito in un organismo sano - provocando la crisi emicranica. Adesso però per questi malati c’è una soluzione. Si tratta di andare a “tappare” la falla tra i due atri impedendo al sangue di correre avanti e indietro. In particolare la cosiddetta “chiusura chirurgica dei Fop (forame ovale pervio)” è oggi possibile tramite dei collaudati sistemi transcatetere, le cui prime sperimentazioni risalgono all’inizio degli anni Settanta. Sull’argomento ci sono tornati anche gli italiani nel corso di un recente convegno di cardiologia tenutosi a San Donato Milanese: “Ci sono vari studi che confermano il legame tra forame ovale aperto ed emicrania con aurea ed eventi ischemici transitori cerebrali nei giovani - affermano gli studiosi del Policlinico San Donato - la correzione dei difetti congeniti quindi non solo è risolutiva per il cuore ma può prevenire o risolvere anche altre patologie”. Ecco come si procede. In un laboratorio medico si effettua al malato una anestesia locale, si introduce in una vena, quasi sempre quella femorale, un catetere e con un ecocardiogramma attraverso l’esofago si osserva che ogni cosa vada per il verso giusto. All’apice del catetere è presente un piccolo dispositivo a forma di ombrello (circa 25 millimetri di diametro) che ha il compito di interporsi tra i due atri e bloccare il flusso anomalo del sangue. A questo punto, dopo un’ora, al massimo due di intervento, il paziente è pronto a riprendere la sua vita di sempre: dicono gli specialisti che nel 60 percento dei pazienti trattati si è avuta una scomparsa delle crisi emicraniche e un netto miglioramento nei restanti casi. Questo intervento è indicato soprattutto per le persone che soffrono di emicrania con aura, una forma di mal di testa comprendente sintomi peculiari come disturbi visivi (annebbiamento della vista, zig-zag luminosi, scomparsa di parte del campo visivo), disturbi della sensibilità (addormentamento o formicolio di un braccio e/o di metà del viso), disturbi della parola (incapacità a trovare i vocaboli per esprimersi) che durano da un minimo di 5 ad un massimo di 60 minuti. Il legame tra emicrania e cuore è comunque già stato ipotizzato anche da studiosi dell’Harvard Medical School e i cardiologi dell’University Hospital di Berna, in Svizzera. In Usa gli esperti hanno evidenziato che gli uomini che soffrono di emicrania presentano un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari. In particolare si è visto che l’incidenza di patologie gravi legate al cuore è di 8,5 ogni 10mila uomini se non si soffre della forma più severa di mal di testa e di 10,4 per coloro che soffrono di emicrania. A ciò si è giunti coinvolgendo più di 20mila uomini fra 40 e 84 anni.
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