martedì 6 maggio 2008

La vecchiaia ko con le bistecche ripiene di neutroni

Bistecche, filetti di maiale, cosce di pollo di nuova generazione in grado di allungare la vita media delle persone di almeno 10 anni. È la proposta che giunge da un team di studiosi dell’università di Oxford. Secondo i ricercatori c’è un solo modo per contrastare la produzione costante di radicali liberi da parte dell’organismo, conseguenza del metabolismo: somministrare isotopi dall’esterno, vale a dire atomi con un numero di neutroni maggiore rispetto alla norma. In particolare sono stati fatti esperimenti con gli isotopi del carbonio e dell’idrogeno. Il carbonio ha due isotopi stabili disponibili in natura: 12C e 13C. L’idrogeno tre: il più comune si chiama prozio, privo di neutroni, gli altri due sono il deuterio con un neutrone, e il trizio (radioattivo) con due. Ma in che modo è possibile ricavare carni ricche di isotopi? Somministrando agli animali da macello alimenti ricchi di elementi che abbondano in neutroni. In questo modo si può pensare di ottenere carni speciali in grado di annullare i processi di ossidazione che avvengono nell’organismo, alla base dei processi di invecchiamento. Secondo Mikhail Shchepinov, a capo degli studiosi di Oxford, delle ipotetiche bistecche di questo tipo consentirebbero un prolungamento della vita media di circa 10 anni. Allo stesso risultato sono giunti anche ricercatori americani della Society of Chemical Industry (SCI). In questo caso si rende noto soprattutto la notevole azione benigna potenzialmente esercitatile dai neutroni nei confronti del Dna, che con meno facilità andrebbe incontro a mutazioni, fenomeno peraltro alla base dei processi tumorali. “Per il momento l’alimentazione a base di isotopi è stata sperimentata solo in alcune specie di vermi – ammette Marina Murphy della SCI - tuttavia siamo convinti che allo stesso risultato si potrà giungere anche con l’uomo”. Dello stesso parere è anche Charles Cantor, professore di ingegneria biomeccanica dell’università di Boston: “L’idea di utilizzare isotopi naturali pesanti per sopprimere i danni derivanti dall’ossidazione è molto intelligente. Se i risultati verranno confermati da ulteriori esperimenti le implicazioni di questo studio sarebbero importantissime”.

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